Maverick | Operatori | Tom Clancy's Rainbow Six Siege | Ubisoft (IT)

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Maverick

Maverick faction

THE UNIT

Squadra
Assalitore
SQUADRA
Ghosteyes
SPECIALIZZAZIONE
IRRUZIONE, PRIMA LINEA
SALUTE
Velocità
Difficoltà

Abilità uniche e stile di gioco

La fiamma ossidrica artigianale di Maverick è in grado di perforare qualsiasi superficie, inclusi i muri rinforzati e le botole. Richiede una mano ferma. La conoscenza dell'ambiente circostante permette di creare utili linee di tiro con piccoli fori. Per poter utilizzare il gadget, Maverick deve trovarsi vicino alla superficie prescelta. La fiamma ossidrica è quasi totalmente silenziosa, ma consuma il combustibile molto rapidamente. Ciò nonostante, la grande precisione di questo gadget lo rende uno strumento molto creativo. Oltretutto, non dipende da tecnologie digitali.

Dotazione

Arma primaria

AR-15.50

FUCILE D'ASSALTO

M4

FUCILE D'ASSALTO

Arma secondaria

1911 TACOPS

PISTOLA

Gadget

Claymore

Granata fumogena

Granata stordente

Abilità unica

FIAMMA DA IRRUZIONE

Biografia
Nome vero
Erik Thorn
Data di nascita
20 aprile (36 anni)
Luogo di nascita
Boston, Massachusetts

BACKGROUND

"Il diavolo si nasconde nei dettagli... e io pure."

Il bostoniano Erik Thorn proviene da una famiglia multilingue e ha un quoziente intellettivo che lo piazza nel secondo percentile più alto del mondo. Dopo le superiori si arruola nell'esercito, dove riesce a fare carriera in breve tempo. Impara il dari e diventa un agente di intelligence, servendo a Kabul nel periodo di massima affluenza di reporter stranieri, avventurieri e criminali. Thorn era molto conosciuto nei circuiti sotterranei e persino dalla gente del luogo come abile giocatore di buzkashi.

Thorn viene invitato nella Unit come specialista regionale. Dopo la selezione rimane nel paese, recuperando informazioni e costruendo una rete di alleati e rifugi, senza smettere di tenere d'occhio eventuali minacce. Quando la situazione a Kabul peggiora, Thorn protegge gli americani, salvandoli all'occorrenza, e difende gli abitanti locali dalla violenza. Mentre indaga su un reporter scomparso, la Unit perde ogni contatto con lui. Due anni dopo riemerge con abbastanza dati da smantellare un'intera operazione di riottosi. Rimangono domande sulla sua scomparsa, ma riceve un esonero e la testimonianza viene sigillata. Le sue missioni di successo e la sua esperienza hanno attirato l'attenzione dei Six.

RAPPORTO PSICOLOGICO

Conoscevo lo specialista Erik "Maverick" Thorn da ben prima della sua scomparsa. Era una leggenda nel ramo delle informazioni. Lo chiamavano l'agente "naturalizzato". Rapportarsi con lui non è sempre facile, perché è molto intelligente e sa leggere il prossimo con grande precisione, ma basta parlare di Kabul o buzkashi per scatenare la sua parlantina. […]

Non avevo mai visto gli anziani scrivere lettere d'amore a pagamento, quindi sì, non mi stupisce che si sia innamorato dell'Afghanistan. È una cultura che ti strega. Quando gli stranieri hanno iniziato a fare festa nei club underground e a bere nei ristoranti, lo specialista Thorn ha capito che la bolla di Kabul stava per scoppiare, e che gli occidentali sarebbero stati bersagli facili. Se n'è accorto prima di tutti gli altri. […]

Sin dalla tenera età, lo specialista Thorn ha gestito una quantità di input sensoriali tale da mandare in tilt qualunque bambino. Ha organizzato tutto in compartimenti, analizzando ogni dettaglio per dargli un senso. Credo che sia per quello che interiorizza le sue emozioni. […] I suoi genitori erano amorevoli ma severi e gli permettevano a malapena di esplorare il quartiere. È per questo che si è arruolato nell'esercito, per vedere un mondo che poteva solo sognare. Non mi sorprende che Kabul abbia avuto un impatto così forte su di lui. Credo che sia uscito dal guscio solo quando ha iniziato a viaggiare, e credo che anche se fisicamente è qui con noi il suo cuore sia rimasto a Kabul. […]

Lo specialista Thorn ha dimostrato una notevole empatia, nata dalla sua capacità di osservare, ascoltare e analizzare. La gente si fida di lui, ed è per questo che è sopravvissuto a Kabul senza farsi notare. […] Sto ancora studiando i rapporti sulla sua scomparsa. Sono un thriller terrificante, ma le cicatrici dell'esperienza non hanno fatto altro che legarlo di più all'Afghanistan. Credo che il suo tatuaggio sia un ricordo di quella vita.

-- Dr. Harishva Pandey

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