Si dice che i veri campioni, sia negli sport tradizionali che negli eSport, si vedano negli incontri più importanti. Giocano bene anche quando affrontano squadre minori in partite di minore importanza, ma è quando rischiano di perdere un titolo che danno il meglio di sé. E questo è esattamente ciò che ha fatto Juhani "Kantoraketti" Toivonen lo scorso weekend al Six Major di Parigi, contribuendo alla vittoria finale della propria squadra, i G2 Esports.
Who was the best player of the #SixMajorParis? #MVP
— Rainbow Six Esports (@R6ProLeague) 20 agosto 2018
Nei due incontri della fase a gironi dei G2, Kantoraketti non ha brillato in modo particolare. Contro i Mockit Esports è riuscito a racimolare appena 16 uccisioni in tre mappe, con un rapporto uccisioni/morti di -2. Poi, contro i Ninjas in Pyjamas, ha ottenuto 12 uccisioni in tre mappe, con un rapporto U/M di +1, risultando però il peggior uccisore dei G2 e sembrando quasi sempre in difficoltà. Con l'inizio della fase a eliminazione diretta, però, Kantoraketti si è trasformato. In ciascuno dei tre incontri, infatti, è stato o il miglior uccisore dei G2 o ha potuto vantare il miglior rapporto U/M della propria squadra. È passato dall'essere un giocatore tendenzialmente in grado di ottenere un'uccisione nella maggior parte dei round al rappresentare la principale minaccia per gli avversari, vincendo diversi scontri in situazioni di uno contro due.
Il miglior esempio di ciò si è avuto proprio nella finalissima contro gli Evil Geniuses. Già nel quarto round della prima mappa, Kantoraketti e Niclas "Pengu" Mouritzen sono riusciti a trasformare quella che sembrava una situazione di inferiorità numerica ormai insormontabile in una stupefacente vittoria. Kanto, costretto a un uno contro uno da Troy "Canadian" Jaroslawski, è emerso vincitore da uno scontro dal quale il giocatore medio sarebbe uscito distrutto. Ma alcuni colpi intelligenti sono valsi a lui e ai G2 un round cruciale, che ha davvero iniziato a indirizzare la partita in una certa direzione. Sono stati diversi gli episodi del genere nel corso della finale e il finlandese si è sempre fatto trovare pronto. La sensazione è stata quella che riuscisse sempre a effettuare l'uccisione iniziale o quantomeno a uccidere l'uccisore di un compagno, di fatto impedendo agli EG di giocare significativi tratti di round in superiorità numerica. Questo ha costretto gli EG a giocare sulla difensiva per la maggior parte del tempo e così non sorprende che tutti e tre i parziali si siano conclusi col punteggio di 6-2.
Oh my god what a trip, was amazing to meet some people i've been wanting to meet for the longest time and just again seeing all the familiar faces. Until next time you magnificent beasts 👊
— Juhani Toivonen (@G2Kantoraketti) 20 agosto 2018
Se andiamo a controllare le statistiche, il tasso di sopravvivenza di Kanto nei round è eccezionale. Contro i Team Secret in semifinale, è morto appena 5 volte in 17 round, qualcosa di mai visto. E proprio la sua capacità di restare in vita e la sua precisione nei round finali hanno giocato un ruolo essenziale nel trionfo dei G2. Ovviamente tutti i membri della squadra hanno giocato benissimo e non c'è mai stato un momento in cui il loro dominio fosse veramente in discussione. Kantoraketti, però, è stato il giocatore che ha impressionato di più e a cui i G2 devono la vittoria dei round più cruciali più che a chiunque altro.
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